“Dopo che si
saranno arresi, potremo andare a casa,” Ryou ripeté come un
pappagallo.
“Smettetela.
Hey arbitro!” Satoru gridò esasperato a Shun. Shun stava in
disparte in cima alla collina a guardare il paesaggio. Il suo bulldog
Subaru era seduto in silenzio accanto a lui.
“Che c'è?”
Rispose al grido.
“Non dirmi
“cosa c'è”. Digli che è un pareggio.”
“Sì. È un
pareggio,” disse Shun, tornando a guardare il paesaggio.
“Andiamo a
casa allora,” disse Reiko, e un gruppo di loro si diresse giù per
la collina poiché condividevano le barche per raggiungere i loro
rispettivi villaggi.
“Aspetta, non
abbiamo ancora finito.”
“Io vado, altrimenti i gattifunesti ci prenderanno.”
“Io vado, altrimenti i gattifunesti ci prenderanno.”
Maria e gli
altri sembravano insoddisfatti, ma il gioco si era lentamente
concluso.
“Saki,
dovremmo andare anche noi,” disse Satoru mentre camminavo verso
Shun.
“Non te ne
vai?”
“Sì,” Shun
non distolse lo sguardo dal paesaggio affascinante.
“Ehi,
sbrighiamoci ad andare,” disse Satoru con impazienza.
Shun indicò in
silenzio.
“Laggiù, lo
vedi?”
“Che cosa?”
Stava puntando
in direzione di Oro, vicino al confine tra le risaie e la foresta.
“C'è un
Minoshiro.”
Fin da quando eravamo giovani, ci hanno insegnato che i nostri occhi erano più importanti di qualsiasi altra cosa, quindi siamo stati tutti benedetti con una buona vista. Anche questa volta, da centinaia di metri di distanza, su un sentiero tra i campi in cui il crepuscolo e le ombre si incrociano, ho potuto scorgere la sagoma bianca di qualcosa che si muoveva lentamente.
Fin da quando eravamo giovani, ci hanno insegnato che i nostri occhi erano più importanti di qualsiasi altra cosa, quindi siamo stati tutti benedetti con una buona vista. Anche questa volta, da centinaia di metri di distanza, su un sentiero tra i campi in cui il crepuscolo e le ombre si incrociano, ho potuto scorgere la sagoma bianca di qualcosa che si muoveva lentamente.
“Hai ragione.”
“E allora? Non
è mica raro?.” La solita voce calma di Satoru era tinta di
dispiacere per un qualche motivo.
Ma non mi mossi.
Non volevo muovermi.
Il Minoshiro si
muoveva a passo di lumaca prima attraverso il sentiero, poi
attraverso il prato e infine scomparve nella foresta. Dopo aver
seguito il suo percorso, la mia attenzione si rivolse a Shun.
Non so ancora il
nome dell'emozione che provai in quel momento. Mentre ero in piedi
accanto a lui a guardare il villaggio tinto dalla luce del sole al
tramonto, il mio petto si riempì di una sensazione dolce e dolorosa.
Forse anche
questa era una scena premeditata. Una drammatizzazione creata da un
mix di episodi simili, cosparsa di una spezia che chiamiamo
sentimento...
Comunque sia,
queste scene hanno ancora un significato speciale per me ad oggi. Il
ricordo finale di una vita in un mondo perfetto. Un tempo in cui ogni
cosa era al suo posto e non c'erano dubbi sul futuro.
Anche adesso,
quando penso al mio primo amore, mi dà ancora una luce calda, come
il sole al tramonto. Anche se questo, e tutto il resto sarà presto
inghiottito da un vuoto senza fondo di tristezza e vacuità.